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Immagine del redattoreMarinella Vicini

LA “STORIA DEL POI” E ALTRI ANGOLINI DI PACE


“Mi racconti una storia?” Quante volte ti è stato chiesto se sei un genitore o un maestro, un educatore, un professore, un nonno o una tata. I bambini amano le storie. Ma non solo loro, in verità tutti noi, a tutte le età abbiamo fame di storie. In tutte le epoche storiche è stato cosí. Non smettiamo mai di chiederne anche se, nel tempo, cerchiamo forme diverse: romanzi, saggi, notizie, film, stories dei social. C’è in noi un desiderio innato di apprendere e capire e le narrazioni quotidiane ci aiutano in questo.

Se è vero, perché non farlo con cognizione di causa, in modo che sia il più efficace e utile possibile per stare bene? Questa è stata una delle prime domande che mi ha guidata quando ero una giovane quasi-psicologa e incontravo per le prime volte i bambini durante il mio tirocinio. Tale atteggiamento mi guida nel cercare strategie che siano più adeguate, ma anche, in un certo senso, il più “magiche” possibile per coloro che entrano nel mio studio.


Qualche mese fa un bimbo speciale, mio figlio, cominciava a dire le sue prime frasi complesse. Una sera in tono deciso mi dice: “mamma, vojo stoia poi!” (“mamma voglio la storia del poi!”) Scoppio a ridere perché noi abbiamo una piccola libreria dove può scegliere tutti i libri che vuole, ma mi sta chiedendo qualcosa che ci siamo inventati una sera io e lui, nel quotidiano momento di lettura delle storie prima che vada nel lettino per la notte. In una di quelle sere in cui era inquieto, in una di quelle settimane in cui si svegliava per i primi incubi. Da psicologa lo sapevo che sarebbero arrivati. Le paure nei bambini, dagli 0 ai 6 anni compaiono con un loro ordine e rappresentano un grande salto emotivo, ma non solo. Attraverso la maturazione delle emozioni e la loro gestione, i bimbi salgono i gradini anche dello sviluppo cognitivo. I primi pezzi di un puzzle mentale che rappresenterà come vedranno il mondo e gli altri. Per questo è importante non spaventarsi se loro provano delle forti ansie o paure, non sminuirle e non ignorarle. Non è facile, non lo è stato nemmeno per me. È prezioso però provare ad accoglierle, sí anche la rabbia che esplode e la tristezza che a volte trasborda in capricci logoranti. Cari genitori, nervi saldi, pazienza e tanta curiosità. Cosa starà attraversando in questi momenti? Cosa vorrà dirmi? Dove lo porterà questa fase di cambiamento? Che si tratti di infanzia o adolescenza, i nervi saldi, la pazienza e le domande sono le uniche armi di sopravvivenza per i genitori (anche gli sfoghi con gli amici e un aperitivo alcolico ogni tanto, mi raccomando, non vi farà sentire soli nell’impresa).

L’accoglienza e la curiosità potrebbero portavi a trovare un modo per aiutare vostro figlio o vostra figlia e si creerà un momento nuovo di intimità. Osservateli, un po’ li conoscete: cosa gli piace di più? Quali storie? Quali cartoni? Quali giochi? Quali film? Cosa cercano nei contenuti dei social?



Tornando all’aneddoto. Ettore in quei giorni era felicissimo di aver imparato ad usare correttamente la parola “poi”, allora ho provato a fare quello che molto spesso consiglio anche alle persone che incontro nei miei colloqui, ma ovviamente calibrato su di lui. “Abbiamo avuto una bellissima giornata oggi? Vediamo se ci ricordiamo tutte le cose belle che abbiamo fatto!” Cosí è partita la storia del poi che altro non è che l’elenco delle cose fatte, alcune eccezionali rispetto al giorno prima, altre uguali. La magia sta nel fatto che, elencate con la giusta enfasi, diventavano tutte molto preziose per lui: una delle meraviglie di questa età. Li chiamano “terribili 2” questi anni. Vero, l’ho pensato tante volte. Ma io direi anche “MAGICI 2!”

Le tensioni notturne e gli incubi sono calati, forse per questo, forse anche per questo, forse per altro. Ma io sono convinta che tale esercizio ci abbia aiutati tutti. Perchè questi racconti hanno fatto bene al cuore anche a noi genitori, nel ripercorrere le piccole fortune quotidiane che viviamo.

Potete aiutarle i bimbi ad affrontare le loro paure anche inventando dei giochi, calibrati sulla loro età: possono essere giochi in cui loro sono eroi che affrontano grandi paure, questo piace molto in tutte le fasi d’infanzia ed è una mimesi molto potente. Spesso solo loro a crearli e a noi basta seguirli e incoraggiarli. Altri sono i classici della cultura popolare ma sta a noi proporli nel momento giusto.

Ieri Ettore si era seduto su un palloncino ed era scoppiato facendo un gran rumore, ha pianto molto spaventato e per più tempo del solito. Forse gli ha anche ricordato il rumore dei fuochi d’artificio che gli aveva fatto tanto paura il 31 dicembre. Mentre stavo cucinando la cena, ore dopo, mi porta un palloncino con un coltellino giocattolo della sua cucina. Mi ha chiesto di scoppiarli tutti e ogni volta gli proponevo di mimare un leone o un dinosauro molto coraggioso, mentre io li scoppiavo. Si è divertito tantissimo e ha poi raccontato al papà che non aveva più paura dei “boom forti”.



Durante i miei colloqui con gli adulti, che siano soli, che siano in coppia, consiglio sempre di curare molto il momento prima di dormire. Quali sono gli ultimi pensieri e le ultime parole che dite a chi avete accanto e a voi stessi? Come riguardate la giornata che avete trascorso? È stata tremenda? È proprio alla fine di quel genere di giornata che è utile chiedersi perché ne è valsa la pena. Ci aiuterà ad alzarci domani. Quando emotivamente siamo troppo provati, siamo intasati di ansia o schiacciati dalla tristezza, non intavoliamo discusi da massimi sistemi, non ne abbiamo l’energia mentale. Diciamoci solo qualche cosa bella della giornata passata, un breve elenco di piccole cose belle. Potevano non esserci ma ci sono state. Non è tutto nero. Se abbiamo più energie scegliamo uno spazio in cui ritrovare un angolo di calma che ci tolga dalla frenesia di preoccupazioni. È l’intento di chi prega o fa una meditazione zen o un esercizio di yoga. Oppure leggiamo qualche riga di un romanzo che ci fa ritrovare parole che non pensavamo potessero descrivere cosí tanto come stiamo e cosa vorremmo. O vediamo un film impegnato o una serie tv che fa tanto ridere. Ma mi raccomando, io ve lo consiglio con tutto il cuore, prima o dopo aver decompresso i pesi e le tensioni, raccontatevi anche solo una brevissima “Storia del poi”, quella che scegliete o quella che vi suggerirà la vostra curiosità e la vostra fame di bellezza.


Qual è il vostro rito della sera? La vostra “Storia del Poi”? Se vi va, raccontatemelo!


E se volete suggerimenti per non far vincere ansie e paure io ci sono, con una consulenza o un percorso, anche online.


Buon riposo ad ognuno!


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