Tra i quattro e i e sette anni compaiono quelle che io amo chiamare le “paure esistenziali”: paura della morte, del buio, dei ladri, dell’essere impotenti di fronte a eventi catastrofici, dei litigi tra mamma e papà, dell’essere abbandonati (Gottman, 2021). Devo essere sincera e dirvi che, nella mia esperienza clinica di questi due anni attraversati da eventi importanti - come una pandemia e guerre più vicine a noi - ho seguito bambini anche più grandi bloccati da queste paure.
È affascinante accompagnate i genitori a comprendere che questi timori, seppur manifestati con pianti e una certa angoscia nei loro piccoli, rappresentino un gradino fondamentale per la loro crescita. È un passaggio emotivo delicato che permette il delinearsi del loro spessore cognitivo: cominceranno davvero a guardare il mondo con una grande consapevolezza. Quindi, come suggerisco sempre, è compito nostro di genitori non spaventarci quando si spaventano molto i nostri figli! Osserviamo queste emozioni, accogliamole e aiutiamoli a viverle. L’altra faccia della paura è la serenità di averla affrontata!
Non è sempre semplice però rispondere alle strane domande a bruciapelo che solo i bimbi sanno fare. Mentre si cucina con la musica a palla loro arrivano chiedendo: “mamma perché si muore anche a 7 anni?” O mentre si è in doccia: “Papà io non dormo più nel mio letto da solo perché stanotte arriverà un ladro e mi porterà via.”
Allora che si fa? Bisogna provare a rispondere e a tranquillizzare. Già questo, l’accoglienza, è metà dell’opera. Perché da grandi non si ricorderanno le parole ma il vostro modo di affrontare certi momenti: ovvero quello che viene DOPO le lacrime vive di un lutto o la rabbia bruciante di un litigio. Non vanno esibite come su un palcoscenico ma nemmeno nascoste perché loro vi conoscono. Allora vissute pian piano, prima in noi, poi con loro.
Vi consiglio uno dei libri che è comparso nella nostra libreria poco dopo la nascita del nostro bimbo ed è tutt’ora un must: “Quando sarò grande” è una storia piena di domande, una meravigliosa metafora semplice della vita e dei timori che nascono nel cuore dei bimbi e che possono rimanere anche in quello dei grandi.
Vi consiglio, poi, un film d’animazione Disney Pixar: “Onward, oltre la magia”, perché l’abbraccio della scena finale racchiude in un immagine il tipo di elaborazione emotiva che può far stare bene i bambini più grandi. È un bellissimo cartone che con delicatezza e originalità tratta diversi temi non semplici se dovessimo raccontarli con nude parole: il lutto, la famiglia ricomposta con una nuova relazione coniugale, il rapporto fraterno e il senso di inadeguatezza personale.
Guardatelo tutti insieme durante queste vacanze e poi chiedete ai vostri bimbi cosa gli è piaciuto di più. Magari riusciranno a dirvi quale paura o gioia grande li sta abitando? E inizierà una magica avventura!
Entrambe le storie possono essere uno spunto iniziale, accompagnato poi da giochi e attività che potete fare insieme ai vostri figli o nipoti per aiutarli a superare le paure che stanno vivendo. Se siete interessati potete chiedere una consulenza.
E ricordatevi che, quando le paure arrivano a bloccarli o a non fargli fare più quello che vorrebbero o sarebbe importante per loro, potete farvi aiutare da un professionista in un percorso ad hoc. Perchè, come si racconta in Onward, il mondo è pieno di magia e non possiamo perdercela in preda ai timori!
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