In queste ultime settimane in tanti mi stanno consigliando serie tv o film che riguardano il mio lavoro. Alcuni li ho nella mia lista mentale dei preferiti, altri no e sono molto curiosa. Poi, nelle pause, non posso far altro che accendere su qualche cartone mentre mio figlio fa l’ennesimo aerosol. Decisamente tutto un altro film!
Mi è capitato di vedere un pezzetto della versione di Spider Man del 2018, non mi è mai piaciuto Spider Man, ve lo confesso, ho un debole per altri super-eroi. Ma poi me loro guardata tutto da sola perché il titolo alludeva al metatarso e adesso è un tema molto caldo per me. Ho avuto, infatti la fortuna di entrare nel Team Discovery di “Adok Studio” dove, inizialmente, mi sono formata (e continuo a farlo) sul Metaverso e grazie a cui offro la mia consulenza alle aziende che si rivolgono al Team. Ci chiediamo continuamente come il metatarso possa rappresentare una risorsa sociale, sia dal puto di vista del marketing, sia e soprattutto, per la crescita personale e professionale. Le domande di carattere psicologico ed etico che si sollevano sono diverse e la prima cosa che dobbiamo tenere presente è che il Metaverso è già qui e sarà uno strumento altamente accessibile a coloro che oggi, sono la fascia più giovane della popolazione. Mentre si parla tanto di videogiochi, social e e-sports, non ci si accorge che il Metaverso condiziona già una buona fetta del marketing e del tessuto sociale.
La Marvel se ne era accorta prima di me. Nel 2018 esce una versione di Spider Man veramente affascinante dal punto di vista grafico. Chi fatica, come me qualche anno fa, a comprendere il magnetismo di un videogioco, può rimanere facilmente ipnotizzato dalla grafica “barocca” e “multi-modale” di questo film d’animazione. Si passa dal sentirsi dentro ad uno dei più moderni videogiochi a rivertere una pagina di un fumetto, fino a perdersi in un mix che fa pensare ad un nuovo universo digitale.
Tutto questo mix di stili rappresenta molto bene anche una trama narrativa secondaria, quella che non tramonterà mai nelle opere letterarie o cinematografiche, quella del “romanzo di formazione”. Lo Spider Man protagonista è un adolescente che, mentre cerca il suo posto nella società e nella sua famiglia, incontra diverse versioni di Spider Man che arrivano da universi paralleli. Ognuno con una maschera simile ma non uguale. Qualcuno che rappresenta fasi di vita abbandonate (lo Spider-Louney Tunes che ci fa pensare all’infanzia), un altro una delle paure più ingombranti dell’adolescenza e della vita adulta: il fallimento (Peter Parker invecchiato e disilluso), altri che rappresentano l’intraprendenza e la passione giovanile (la versione danzante e femminile di Spider Woman).
Come questa squadra aiuterà il giovane Miles a diventare la persona che è?
Quali eroi ci possono guidare nel scoprire la nostra identità? E quali sono le persone “reali" che possiamo scegliere di ammirare e seguire per migliorare quotidianamente?
Questo film d’animazione racconta, in maniera assolutamente originale e accattivante, quanto siano importanti queste domande per un ragazzo.
Quando spiego agli adolescenti dello sviluppo del cervello alla loro età, dico sempre che stanno vivendo una fase biologicamente molto importante: lo sviluppo del corpo, connessioni neuronali comprese, procede di pari passo con la crescita emotiva, cognitiva e relazionale. Ma anche, in un certo senso, esistenziale, è un salto a 360 gradi. Tutto di loro gli sta chiedendo: “E quindi che si fa?”, “Chi voglio essere?”. A volte fa paura questa domanda, ma se li accompagniamo, mentre cresce dentro di loro, diventerà: “Qual è il mio sogno?”, “Cosa farò di grande, da grande?” Allora cresceranno anche tanta grinta, desiderio e responsabilità. Quindi forse, come diceva Spider Man, è vero che “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”.
Buona visione! Ai ragazzi, ai genitori e ai loro educatori.
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